Il movimento a 5 stelle dice che vuole diritto di veto sulla
prima opzione di tutte le cariche governative, e questo dopo la bagarre per il
voto di alcuni grillini a Grasso; anni fa si faceva satira avanguardista
descrivendo un’Italia in cui il capo del governo era un giullare che faceva
battute volgari e inappropriate al contesto, oggi ci ritroviamo con un capo di
governo Ombra che è un comico che guadagna la prima pagina delle testate
internazionali grazie agli exploit volgari della sua campagna elettorale.
Oggi, apri un giornale e leggi che la madre di un ragazzo, che è stato ucciso e massacrato di botte in maniera ingiustificata da coloro
che sarebbero i garanti quotidiani della legalità, esce dall’ufficio e si
trova un’accozzaglia di persone che la insulta per la campagna che ha condotto
affinché venisse fatta giustizia. Oggi non so più se sono io che mi alzo dal
letto o è il letto che mi dà un calcio in culo perché io mi possa levare dalle
scatole.
Mio nonno ha costruito un piccolo paradiso edilizio essendo
orfano, ignorante ma con una gran voglia di fare e un grande rispetto per gli
operai come lui che lo aiutavano nel suo intento. Mia madre ha quasi 70 anni e sta
passando le giornate ad evitare che le tasse si brucino tutto quello per cui
suo padre ha lavorato dopo aver speso una vita a rendersi indipendente da lui.
Franco Battiato, che scrisse La Cura, una delle canzoni più
belle che una donna, che io, mi sia mai sentita dedicare, oggi va al Parlamento Europeo e
definisce il nostro organico istituzionale come un’accozzaglia di troie.
Quando sono andata a Nairobi la prima volta il fenomeno
della raccolta dei rifiuti come strumento di guadagno per i bambini di strada
era uno dei trand principali nella ricerca sull’economia informale, oggi vivo a
Barcelona e ogni martedì dopo le otto c’è la fila ai cassonetti per recuperare
ogni millimetro di rame e alluminio che viene buttato. Il fenomeno è talmente
esteso che stanno pensando di mettere dei controlli.
Una delle persone più importanti della mia vita oggi quando
deve colpirmi mi dà della “giornalista poetessa di ‘sto cazzo”.
Inizio a pensare che ci sia qualcosa di malato ed endemico
nel nostro sistema che fa sì che ci troviamo a sputare merda su ciò che noi
stessi in passato ci siamo detti essere essenziale, vitale, imprescindibile.
Non voglio fare parte di questo. Non voglio che i miei figli
facciano parte di questo. Vorrei che avessero ben chiaro cosa è giusto e cosa
non lo è, e non solo perché glielo spiego io, ma perché vivono in un ambiente
che glielo palesa quotidianamente. Vorrei che dicessero che cosa cercano e
sentono e che questo cessasse di essere continuamente messo in discussione.
Io non sono niente, solo un’osservatrice esterna con un
certo senso per la logica, un amico del liceo mi diceva che ero “irrimediabilmente
kantiana”. Forse è per questo che smetto di scrivere su questa pagina. Non
riuscirei a stare zitta di fronte a chi, e sono migliaia, pensa che un
procuratore anti mafia a capo della Camera è qualcosa di inaccettabile dopo che
nel silenzio la stessa carica è stata presieduta da una certa Pivetti che è
stata concorrente a “Ballando con le stelle”. Non posso non inorridire di
fronte alla scarsa indignazione per la protesta contro una madre che si batte
perché nessun altro figlio sia ammazzato in mezzo alla strada da coloro che
avrebbero dovuto riportarglielo a casa. Non accetto che una persona passi una
vita a legittimare la sua posizione davanti alla figura paterna per poi
ritrovarsi a sputare sangue per evitare che tutto ciò che le era stato dato le
venga tolto da una cattiva amministrazione. Non tollero che dopo 15 anni di
politica in mano ad un puttaniere si utilizzi il termine troie per descrivere
la scarsa etica dei parlamentari proprio nel momento in cui il governo cambia.
Non mi piace che qualcosa che agevola, ricicla e produce sia soggetto a
controlli che non si effettuano per traffici ben più illeciti. Non sopporto che
chi dice di amarti per come sei poi utilizzi ciò che tu ami per colpirti.
Seguo il consiglio del buon vecchio Vinicio, proteggo la grazia
del mio cuore. Taccio.