venerdì 27 aprile 2012

Volando voy

Sono in un internet point dell'areoporto di Bogota', qui sono le sei e venti del mattino ed e' stata l'ennesima alzataccia. Bogota' l'ho solo sfiorata, ma mi e' bastata una sera per innamorami della Candelaria, carrera uno. Come dice Giorgio: dove tutta Bogota' e' iniziata.
I ragazzi si riversano nelle stradine sporche, s'incontrano, si siedono, parlano. I muri raccontano di una parte di citta' in lotta, viva, attiva. La musica e' un po' dovunque, sbuca da vecchie case coloniali che celano minuscole corti interne rigogliose di piante.
Giorgio e' un fiume in piena ed e' quello che speravo. Le ore vuote del viaggio, dove stai li' a fissare il sedile o tutt' a piu' lo schermo, ti aprono a cento dubbi su cio' che stai per vivere, ti mettono davanti al fatto che parti con la bocca non perfettamente asciutta: se passi la punta della lingua sul palato senti una punta di amaro. Se lasci andare liberi i pensieri puoi sentire forte e chiaro il rumore di quando vanno a sbattere contro l'esistenza/desiderio di piccoli sentimenti che ti danno leggerezza.
Ora scappo. Inizia l'avventura, quella vera.

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