lunedì 23 luglio 2012

Una boccata d'aria

Quando dal finestrino dell'aereo ho guardato giu' ed ho visto questa distesa di alberi non ci credevo, eccolo il polmone del mondo, un mare che sembra fatto di broccoli e del quale non riesci ad intravedere i confini: un oceano verde.
Inizia la seconda perte del mio viaggio, dai toni sicuramente piu' rilassati, dai colori piu' accesi rispetto a quelli del Pollock. Non la considero la parte migliore perche'e' totalmente differente rispetto al senso che hanno avuto questi tre mesi come scudo umano, li' il senso delle mie azioni, del mio muovermi era per gli altri; ora inizio a muovermi per me, per la mia liberta' di conoscere questo pezzettino di mondo. E le persone che lo abitano o lo transitano.
Leticia e' una cittadina della riviera romagnola sul Rio delle Amazzoni, ci sono le sale giochi, i negozi con i materassini gonfiabili, i tuc-tuc. Dormo in un ostello un attimino fuori dal centro, che sembra immerso dentro una mini giungla e dove i dormitori sono delle palafitte che si affacciano su  un lago privato.  Doccie in bambu per due "cosi' insomma se una coppia vuole fare la doccia insieme...ci siamo capiti". Non bisogna farsi ingannare dalle apparenze, è un lugo tanto bello quanto misterioso e cutre. Il proprietario e' Gustavo, colombiano trapiantato in Belgio per non so quanti anni. Dice che ha studiato filosofia e che conosce tutto di questo posto, e' vero, non sembra che possa accadere nulla all'interno dell'ostello senza che lui lo sappia. Ad aiutarlo c'e' Olga una donna con un eta' indefinibile  a causa di un probabile abuso di sostanza stupefacenti nel passato. Passa il suo tempo a parlare da sola o con il cane, la adoro, mi ricorda me negli ultimi 3 mesi.
Mi fermero' qui fino a mercoledi' e pòi passero' il confine brasiliano per prendere la barca che da Tabatinga mi portera' a Manaus percorrendo il Rio delle Amazzoni. Sfruttero' questi due giorni per riadattarmi ad orari socialmente utili, che in vacanza evidentemente non sono svegliarsi alle sei ed andare a letto alle nove e mezza.
Ieri sera per fare un po' di training mi sono seduta in un bar vicino ad un signore con un cappello da strege fatto di paglia. Mentre bevevo birre ghiacciate guardavo la gente per strada festeggiare la vittoria dell'Atletico Nacional di Antioquia. La testa e le spalle che, man mano che un po' della bassa gradazione alcolica faceva effetto, iniziavano a muoversi al ritmo della salsa. E' stata la prima sera dopo tre mesi dove sono uscita.

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