La settimana scorsa vi scrivevo degli interrogativi che accompagnavano il mio atterraggio ad Apartado' (a dire il vero erano piu' provocazioni che altro) e ieri, come tante altre volte gia' nella mia vita, quanto appreso da Mama Afrika si e' verificato.
La prima volta che sono andata in Kenya infatti, un padre comboniano che miracolosamente riusci' a varcare i pregiudizi che ho nei confronti della chiesa, mi disse che un saggio masai una volta gli insegno' quanto segue:
"Le risposte alle domande della vita, a quelle che martellano la testa ora che siete in una terra nuova, a voi completamete sconosciuta, non arrivano mai un secondo dopo la loro formulazione. Le risposte a tali domande arrivano quando meno ce lo si aspetta, spesso senza che neppure ce ne accorgiamo". Poi il masai aggiunse: " Non bisogna mai fare l'errore di sottovalutare la saggezza della terra, della storia, del fato".
E' cosi che ieri, mentre ero in una clinica attendendo di fare degli esami, apro la "Chiva di Uruba"; un giornale che per spessore potrebbe essere paragonato al "Resto del Carlino" o all' "Alto Adige". Uno di quei giornali dove il morto e le nuove tendenze in citta' sono sempre in prima pagina, con l'unica differenza che ieri sulla prima pagina dell Chiva c'era il primo piano di un uomo con la guancia perforata da un proiettile.
Ognimodo, mi affretto a cambiare pagina perche' di morti ammazzati proprio non ho voglia di vederne, almeno oggi; ed ecco che trovo la risposta al secondo interrogativo di cui dicevo all'inizio:
"Come possono le piantagioni di banane delle multinazionali contribuire alla lotta al narcotraffico?"
Nel 2007 la Chiquita Brand, principale distributore di banane degli U.S, all'insaputa mia e credo della maggioranza di voi, e' stata multata per 25 milioni di $ dal Dipartimento di Giustizia Americano per aver pagato gruppi paramilitari (AUC) nella regione di Uruba' al fine di "proteggere" gli impiegati delle sue piantagioni.
Fu di fatto dimostrato che dal 1997 al 2004 la Chiquita verso' alle AUC 1,7 milioni di $ per sfollare i contadini e le famiglie residenti nei territori circostanti le piantagioni e far guadagnare cosi' alla multinazionale sempre piu' acri di terra. Al termine di tale operazione, condotta con la solita ortodossia che contraddistingue i gruppi paramilitari colombiani, 173 famiglie sono state irrimediabilmente segnate in maniera fisica, materiale e psicologica.
Nonostante Chiquita si sia dichiarata colpevole e abbia versato la somma richiesta dal Dipartimento di Giustizia Americano, la Fiscalia Colombiana (il corrispondente organo nazionale) ha fatto archiviare il caso per carenza di prove. Sara' una casualita', ma tra gli indagati compare Raul Emilio Hazbur Mendoza, alias Pedro Bonito, un ex capo paramilitare e proprietario bananero che, sempre per casualita', e' anche accusato di concorso in associazione finalizzata al narcotraffico in un altro processo.
Paul Wolf, avvocato di Washington esperto di diritti umani, sta preparando una causa civile contro Chiquita Brand senza precedenti economici, l'obiettivo e' quello di risarcire, almeno economicamente, i familiari delle vittime che di quei 25 milioni di $ non hanno visto neanche mezzo centesimo. Per fare cio' Wolf sta tentando di dimostrare come nonostante le azioni delle AUC siano state svolte in Colombia, gli accordi tra esse e la multinazionale siano stati presi negli U.S. Se questo riuscira' ad essere dimostrato (e Wolf a sopravvivere, aggiungerei), la Chiquita sarebbe colpevole di una violazione dei diritti umani e piu' precisamente dell'atto di terrorismo internazionale piu' grave della storia, doppiando i morti delle delle Twin Towers.
Non sono solita spingere al boicottaggio, uno boicotta quello che vuole e perche' lo sente o, diciamocelo, perche' fa moda. Pero' Chiquita, Dal Monte e Dell, che sono le multinazionali presenti nella regione in cui vivo, hanno espropriato i terreni ai campesinos, avvolgono le banane in sacchi azzurri di plastica per farle maturare anzi tempo e contro natura. Qui ad Apartado' sui bancali della frutta le banane non ci sono, le uniche che arrivano sono quelle che queste aziende scartano perche' non adatte al mercato. Le mettono nei costal, i sacchi di yuta dove si mette il caffe' o il riso, e le abbandonano ai lati delle strade. Cosi', come coi cani.
A buon intenditor....
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