giovedì 10 maggio 2012

Stomaco D'Acciaio

La scorsa settimana ho fatto il mio primo accompagnamento ad Apartado'. Il Capo, come lo chiamiamo tra di noi al telefono per evitare che l'esercito ci intrecetti e passi le informazioni ai paracos, doveva andare in banca per prelevare del denaro. Eravamo in tre, che in questi casi significa due persone ai fianchi del Capo ed una dietro a proteggergli le spalle. Durante il viaggio in chivero dalla comunita' alla citta' bisogna controllare se delle moto seguono il mezzo, mentre se si incontrano blocchi dell'esercito e lui viene fatto scendere, noi scendiamo con lui e ci assicuriamo che non vengano violate le leggi Colombiane in materia di trascrizione dati personali.
La tensione si e' alzata dopo che nel 2008, fuori dall'internet point nel quale sto scrivendo, due sicari l'hanno aspettato con la pistola gia' estratta. Prontezza di riflessi ha voluto che il Capo se ne accorgesse e con un guizzo rintrasse nel locutorio per chiedere aiuto ad un internazionale ospite della comunita' in quel momento. Piu' recentemente poi, per l'esattezza a Marzo di quest'anno, in seguito ad un'operazione bancaria di una certa portata, due individui in moto gli si sono avvicinati, l'hanno rapinato minacciandolo con una pistola e prima di andarsene hanno fatto esplodere un colpo che fortunatamente l'ha mancato.
Quando siamo arrivati alla banca lui e' entrato e noi l'abbiamo atteso fuori, attenti alle persone che sostavano all'uscita, seguendolo con lo sguardo tra le vetrate dell'edificio mentre faceva la fila.Quel giorno il prelievo non e'andato a buon fine. Cosi' abbiamo lasciato la banca e a piedi l'abbiamo scortato prima in ferramenta e poi in un centro spedizioni. Per tutto il tragitto ho guardato ogni moto, ogni persona all'altezza della cinta per vedere se sbucava una pistola. Continuavo a chiedermi se fosse meglio stargli dietro e non al lato, visto che ero la piu' alta; se non era piu' intelligente che qualcuno facesse protezione da davanti...
Tutto e' andato tranquillo, forse anche perche' ciascuno di noi, Capo compreso, sapevamo che lui non aveva grosse somme di denaro che potessero giustificare un attacco. Eravamo cosi' "sereni" che ci siamo seduti ad una panaderia per bere un succo fresco e fare colazione prim di risalire alla comunita'.
A un certo punto il Capo fa un cenno con la testa ad una coppia, un signore e una signora, che stavano seduti nel tavolino vicino al nostro. La volontaria con piu' esperienza lo guarda e gli chiede: "Capo ma e' un tuo amico davvero?", un cenno con la testa in segno di assenso e ha continuato a sorseggiare.
Dopo cinque minuti, mentre osservavo il carretto di manghi all'angolo della strada, ho sentito un rumore strano, metallico, come se qualcuno avesse preso un cassonetto della spazzatura vuoto e l'avesse ribaltato dal primo piano. Ho spostato lo sguardo sulle persone in piedi: due signore con le buste della spesa si sono affacciate nella carreggiata guardando in direzione della strada che porta al terminal dei chiveros. Poi ho spostato lo sguardo al mio tavolino: il capo leggeva il giornale e i mei compagni fissavano il vuoto con la cannuccia tra le labbra assetate. Ho pensato di essere una paranoica, e ho rimesso nel cassetto l'idea di chiedere il permesso di alzarmi per vedere cosa era successo.
Finita la colazione, qualcosa come dieci minuti dopo, ci siamo alzati per andare verso il terminal. Sul marciapiede sinistro due camionette della polizia impedivano il passaggio; "Allora vedi che era successo qualcosa!", la mia frase cade nel vuoto. Quella strada e' molto pericolosa, meglio rimanere concentrati e darsi una mossa.
Ieri mattina, mentre io ero impegnata a fare una flebo per via di una doppia infezione a fegato e vie urinarie che mi sta dannando il corpo da sabato, i miei compagni sono stati impegnati in un accompagnamento al Capo per portare a termine l'operazione cominciata la settimana precedente.
Quando sono tornati mi hanno detto che quel fatidico giorno, il signore che il Capo aveva salutato alla panaderia, dopo essersi alzato e diretto verso il terminal con la sua compagna, e' stato raggiunto a piedi da un uomo che ha estratto una pistola. Nello strattonarlo per allontanare l'arma dal suo corpo, l'amico del Capo si e' salvato la vita rimediando un proiettile nello stomaco, evitando che quello stesso proiettile arrivasse al cuore o alla testa. Ora e' ricoverato in ospedale ma e' fuori pericolo.

Nessuno ha fatto niente, nessuno ha visto niente. Le signore con le buste della spesa, si sono guardate e hanno fatto spalluccie. Il Capo ha letto il giornale. I miei compagni si dissetavano. Io ho pensato di essere paranoica. Non e' superficialita', non e' cattiveria: e' Colombia. Quello che significa vivere in un paese dove uno sparo ha la frequenza che da noi ha un cassonetto vuoto ributtato a terra dalla nettezza urbana.

1 commento:

  1. Continua ad analizzare elaborare e pubblicare...continua a fare ciò che ami senza tirati indietro, come sei solita fare...abbi forza e coraggio, di più di quanto tu non ne abbia già avuto...e soprattutto torna da noi con meno danni possibili (le armi di distruzione di massa della CAA sembrano roba seria...)!!! Sono preoccupata, ma molto di più sono fiera di te! Un bacione Neniuska e sappi che l'occhio del Grande Pratello veglia su di te ;)

    Neuro107

    P.S. La Mavti alias La Scarpa ha sempre ragione (chissà come fa)

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